“Niente di personale, non scrivere più niente di personale”. Si, me lo sono ripetuta spesso da quando ho aperto questa specie di blog in cui vige il caos ed il disordine, ho tentato più e più volte di darmi dei paletti e cercare di organizzare in modo logico i post e tutto il resto, dividere per argomenti, lasciare fuori la poesia e le vicende private ecc…insomma darmi delle regole ma alla fine non ci riesco. Ho tristemente scoperto che non so stare entro paletti rigidi. Mi mancano le basi per poter essere ordinata e metodica, sono carente nella capacità di sistematizzare lo scibile. Tendenzialmente incoerente sul piano dogmatico,(si salvano solo alcuni principi naturali irremovibili) mi risulta impossibile crearmi categorie stabili entro cui muovermi e con cui filtrare quel mondo dal quale vengo immancabilmente travolta nel quotidiano. Diciamo che annaspo nella marea di idee che mi roteano nel cervello e nella crudeltà delle sensazioni che spazzano la mia mente come il vento fa in certe giornate liguri, in riva alla spiaggia. In questo istante, per esempio, stò gia scrivendo senza un preciso fine avendo perso il filo del discorso che avrei voluto fare. Anzi, in realtà sono partita per discutere una notizia che ho letto stamane sul corriere ma nel mentre mi son passati per la testa i suoi(!) occhi e tutti i miei intenti sono andati bellamente a fare una passeggiata, lasciandomi sola con quello sguardo terrorista che ha contribuito a dissestare il mio gia fragile equilibrio mentale (ho pure finito le cartine corte…mannaggia a san girolamo e tutti gli altri). Così eccomi qui, al diavolo la “politica” e i buoni propositi dell’anno maledetto 2012. Non ne erano già successe abbastanza per poter dire che questa è davvero l’annata della fine del mondo, mi toccava pure incontrare la pazzia nella sua forma più bella e devastante…quella che ti rivolta lo stomaco e ti riaccende la voglia di scrivere, pensare, incazzarti, rischiare il tutto per tutto, che ti strappa quel poco di certezza e serenità che ti sei conquistata a forza di lavaggi del cervello auto-imposti.
In verità è tutta una bugia probabilmente; forse non esiste niente ed è interamente un idealizzazione che mi sono fatta io, solo che ci credo a questa fottuta idea di (!S?) che ho nella testa ed in fin dei conti ciò che impora è quanta fede hai in qualche cosa, la religione tutto sommato ci marcia da millenni, quindi questa strategia funziona, questo meccanismo di autoconvincimento è vincente e dio solo sa quanto lo è. Tant’è vero che sono davanti a questo pc a scivere per lui, di lui e con lui, sperando sempre che prima o poi ci dia un’occhio senza che io lo induca a farlo. No, non è amore, questo stato qui è qualcosa di incomprensibile da secoli, , qualcosa su cui è stato detto, scritto e vissuto tanto e da troppi poveracci . Questo stato qui io lo chiamo vita…e chiunque me l’abbia iniettata nelle vene merita almeno di essere il mio interlocutore di fiducia, il mio ascoltatore privilegiato: Colui al quale io dedico ciò che scrivo e scriverò, nella speranza di non annegare nella sua assenza già troppo insopportabile.