Tratto da informazione libera. 3 dicembre 2012. Lione.

Cosa è successo oggi a Lyon? Ve lo raccontiamo noi

Lyon: sospesi i diritti umani, cariche, gas lacrimogeni, bus sequestrati e pestaggi anche sugli autobus. Il comunicato stampa del Movimento Notav.

Da un lato c’erano i governi delle crisi economiche dall’altro lato l’europa dei popoli, dei cittadini e delle lotte. I primi hanno firmato l’ennesimo protocollo privo di contenuti e inutile che non smuove un euro verso alcuna opera. I secondi hanno provato a manifestare il loro pensiero, la loro contrarietà verso queste scelte.

I primi, Monti e Hollande usando tutta la loro gradevole gentilezza hanno convinto i giornali e le tv che loro stessi governano che tutto sarebbe filato liscio d’ora in avanti, sul tav, sulle risposte da dare alla crisi economica e su molto altro ancora. Protetti da migliaia di poliziotti hanno firmato, parlato, fotografato, mangiato sulle spalle dei cittadini che tanto erano lontani chilometri. I no tav, i cittadini veri, quelli che le scelte dei governi le pagano sulla loro pelle sono stati scortati, e bloccati per almeno 4 ore al confine, poi ancora bloccati alle porte di Lyon e solo grazie alla loro caparbietà hanno raggiunto la piazza a loro concessa per manifestare.

Partiti alle 6 del mattino giunti a Lyon alle 3 del pomeriggio. Poi la sorpresa, in piazza le libertà finiscono sulla scaletta del pulman. Qui, a Lyon comanda la polizia del governo Hollande ed ogni tipo di corteo è vietato come lo è allontanarsi dalla piazza anche solo per andare ai servizi. Vietato abbandonare la piazza! Questo l’ordine perentorio, poi però alle 18 si fa buio e per la Police è ora di far rientrare i no tav a casa e così uomini donne anziani e bambini vengono caricati a freddo con manganelli, spray urticanti e lacrimogeni verso i pulman. Quindi i pulman vengono poi sequestrati dagli agenti che salgono e menano chiunque si alzi dal seggiolino. In un caso l’autista viene anche brutalmente sostituito da un agente di polizia che guida lui il pulman verso il confine. In un altro caso gli agenti saliti sul pulman spruzzano lo spray al peperoncino provocando il malore della quasi la totalità dei passeggeri. Ogni pulman viene quindi scortato sotto minaccia sull’autostrada e dopo il casello vengono ancora bloccati (alle 20:30 sono ancora lì). Queste le notizie che ci giungono da oltre confine. Due facce dello stesso problema? No assolutamente no. Da un lato, dentro i palazzi carnefici burocrati che in nome delle banche e della crisi sono disposti a passare sui corpi delle persone anche a costo di vedere scorrere del sangue. Dall’altro l’Europa dei popoli, della gente semplice, dei cittadini che nonostante le violenze, i soprusi e in questo caso anche i furti che da anni subisce, continua e continuerà a lottare. Non è un problema che presuppone una mediazione è semplicemente una parte quella sana che deve vincere sull’altra, quella malata.

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Grazie papà…

La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei.

Dopo il caffè, la Follia propose: ‘Si gioca a nascondino?’.

‘Nascondino? Che cos’è?’ – domandò la Curiosità.

‘Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete.

Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò

sarà il prossimo a contare’.

Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia.

‘1,2,3. – la Follia cominciò a contare.

La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.

La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d’alberi.

La Gioia corse in mezzo al giardino.

La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo

adatto per nascondersi.

L’ Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un

sasso.

La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.

La Disperazione era disperata vedendo che la Follia era gia a

novantanove.

‘CENTO! – gridò la Follia – Comincerò a cercare.’

La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto

impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere

scoperto.

Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che

non sapeva quale lato si sarebbe meglio nascosto.

E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza.

Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò:

‘Dov’è l’Amore?’.Nessuno l’aveva visto.

La Follia cominciò a cercarlo.

Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce.

Ma non trovò l’Amore.

Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un

pezzo di legno e cominciò cercare tra i rami, allorché ad un tratto

sentì un grido.

Era l’Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio.

La Follia non sapeva che cosa fare.

Si scusò, implorò l’Amore per avere il suo perdono e arrivò

fino a promettergli di seguirlo per sempre.

L’Amore accettò le scuse.

Oggi, l’ Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre..

Pubblicato in multipli di due | Commenti disabilitati su Grazie papà…

MILITINA: Io ragiono, però… Eh! Eh, se non me lo levavano di sotto lo strozzavo davvero. Ma questa… Questa, Lulù, non è pazzia. Perché un uomo… Un uomo ha il diritto di sapere quello che fa, a che cosa serve. Sì o no? Ho ragione?
LULù: Sì, sì…
MILITINA: Li vedi? Li vedi tutti quelli là? Quelli erano operai, contadini, manovali, muratori, poliziotti, impiegati del catasto, beccamorti.Ragionieri, uscieri, autisti. Operai di prima, di seconda, di terza categoria, anche di sesta, ottava, sedicesima. Eh, eh! Ma i matti ricchi non li tengono qui, no, no! Quelli stanno nascosti nelle cliniche private. E per forza, si capisce, guai se i poveracci sapessero che pure i ricchi diventano matti! Eh, gli verrebbe da piangere! No?                                                                                                                                        LULù: Ma son matti, quelli lì. Cosa t’immischi?                                                            MILITINA: Lulù, è il danaro, comincia tutto di là. Ah! Noi facciamo parte dello stesso… giro. Padroni e schiavi, dello stesso giro! L’argent! I soldi! Noi diventiamo matti perché ce ne abbiamo pochi e loro diventano matti perché ce ne hanno troppi. E così, in questo inferno, su questo pianeta, pieno di… ospedali, manicomi, cimiteri, di fabbriche, di caserme, e di autobus… il cervello poco a poco… se ne scappa. Sciopera! Sciopera! Sciopera, sciopera.Va’… ti saluto. Bèh, buona permanenza!                                                                          LULù: Grazie, grazie…                                                                                                            MILITINA: (andando via) Sciopero, sciopero, sciopero, sciopero…                                           LULù: (rincorrendolo) Dove vai? Dove vai?                                                                          MILITINA: Via!                                                                                                                              LULù: Veramente, sono io che devo andare via!                                                                  MILITINA: Ah! Ah, già, è vero, scusami tanto, ma io… Mi sbaglio sempre. Ciao!(mentre Lulù scende le scale) Lulù! Lulù! Quando ti ricoverano… porta le armi!

“LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO”

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S come Sempre…

E la mia impronta rimarrà per sempre impressa in quell’istante di un pomeriggio uggioso. Pomeriggio assassino e tenero come te. Distesa così, nelle mie paure, come in un letto nuovo mai disfatto ma già così famigliare . Circondata da pareti in cui ho lasciato l’illusione di ciò che non sarò mai.Coccolata da un calore irreale. Abbiamo fermato il tempo. Il tempo è morto li con noi due. C’è il mio viso su quelle mani. C’ è la mia consapevolezza nelle tue parole. C’è una realtà che abbiamo travolto con i sogni. Sogni spezzati all’alba di un risveglio normale.. La caduta arriva sempre all’alba come dice Camus. Ed ora so che è davvero sempre felice solo quell’ombra di me che si addormenta ogni notte in un futuro che non mi appartiene. Nell’abitare insieme l’eternità dell’ impossibile. E’ giusto così. Così deve essere perché l’ho voluto. Perché abbiamo bisogno delle nostre paure per andare avanti a sentirci vivi ed in tensione..Io ho bisogno delle mie per sopravvivere. E tu le avresti sconfitte.

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