Scena: Imperia, 8 -8-2012, spiaggia galeazza, ore 15.00. Vociare di gente mai vista, caldo disarmante,odore di creme da sole, costumi improbabili e bambini impossibili(di quei bambini cresciuti con il germicida in tasca). Io: Scazzo pieno, arrivo sudata da fare schifo, l’ automobile lasciata a chilometri di distanza è in divieto di sosta…è agosto e non si può fare altrimenti. Cuffie rosse da teletubbies, Guccini mi ricorda cos’è un cantautore , zaino all’anarco-insurrezionalista contenente ben due pericolose armi bianche: una è l’ antologia di spoon river e l’altra una raccolta di poesie per innamorati di Jacques Prevert, intitolata “Questo Amore”. Stendo il telo-mare in mezzo ad un gruppo di anziani scesi dall’entroterra imperiese, “sicuramente”, mi dico “meglio qui che a fianco al tizio palestrato,profumato, unto, depilato e con micro slip-pacco- in -vista…”(vedi interlocutore privilegiato, l’aspetto non mi è mai importato molto, e lo sai..). Mi butto in mare, doccia e poi mi immergo completamente nelle poesie di Prevert… da spararsi subito… e rimango sospesa tra la voglia di piangere e il contegno che le situazioni pubbliche ti impongono. Alla terza poesia, dal titolo “pericoloso e tenero il volto dell’amore”, la mia fermezza va a farsi benedire e sento scorrere sul viso le lacrime dolci dei ricordi, pochi, i nostri, che si mischiano alla nostalgia per chi mi lasciò quel libro, per chi mi lasciò tutti i suoi libri. Così la mente intesse un filo da seguire, riga dopo riga, che attraversa tutti i volti delle persone che ho amato, dall’ultimo sguardo(il tuo, incomprensibile) , alle sere passate nella noia e nel silenzio parlando dei fatti del giorno, alle risate delle tue battute assurde, all’amore che mi vuoi, per me ancora un enigma. Via, via sempre più indietro, nelle mani di un mediocre innamorato, tra le braccia di un situazionista cronico, nei centri sociali molto- poco -sociali in cui mi sono sbronzata facendo foto a visi di sconosciuti. Nelle onde del mare a settembre, la sera, con una di zibibbo e una di bianco dolce, cantando led zeppelin e baciando quella ragazza. Scorre la mente, scorre ai banchi di scuola, nei bagni le prime e ultime canne, le sigarette ancora con me, le paranoie nascenti…eccoci, riappari 7 anni tu 12 io , sempre Imperia ma con il porto ancora mercantile. Tu, io, la nonna… disperata e maledettamente anarchica nella sua pazzia. Lotte infinite, quante ce ne siamo date, mi hai fatto crescere come un maschiaccio… e te ne sono ancora grata. Il filo circolare… di colpo il caldo. Un’altro bagno in mare, in quel colore che mi ricorda te.. di schianto è di nuovo presente, di nuovo sensazione di soffocamento . Guardo intorno: “Fino a qui tutto bene” e intanto piano dopo piano…lo schianto si avvicina.
Ps:(?), il tuo silenzio è la migliore delle tue risposte….