L’articolo di repubblica che riporto qua sotto si occupa dell’ennesimo scandalo a sfondo razzista compiuto da un consigliere leghista di Udine. Qualche tempo fa avevo già scritto un pezzo sull’inefficienza dimostrata dal nostro sistema nel punire chi si macchia di incitamento all’odio razziale. Inefficienza che diviene puro immobilismo ogni volta che lo stato si trova ad agire nei riguardi di chi riveste cariche pubbliche di rilievo. La sola indignazione per gli atteggiamenti razzisti, xenofobi e intolleranti non è ovviamente sufficiente a cambiare la situazione corrente ed occorrerebbe una reazione forte a questo fenomeno che ormai dilaga lentamente e impunemente, nonostante le denunce pubbliche tramite mezzi d’informazione. Qualche volta, infatti, anche i giornalisti non si limitano a stravolgere la verità, infarcendola con balle di regime, ma riportano i fatti nudi e crudi. Naturalmente lo stato è sordo ed inesorabilmente volta sempre lo sguardo in altre direzioni più “interessanti”
La notizia in questione oltre a rafforzare l’idea di essere soggiogati ed anestetizzati da una classe dirigente disgustosa e ripugnante lascia intendere che il vero scandalo non siano le affermazioni del consigliere leghista, probabilmente, anzi sicuramente, poco dotato di intelligenza ma che questo omuncolo non verrà ne punito ne rimosso dall’incarico. Ecco il vero fatto grave! I cittadini continueranno a pagare le tasse per mantenere un tizio in consiglio comunale che crede nella divinità del po e si inalbera nel sentire che un uomo indiano ha ucciso la moglie e l’ha lanciata nel sacro fiume padano, rendendosi colpevole, così, non tanto di omicidio, ma di aver “inquinato” le sante acque. Inoltre, non contento di aver esternato tutta la sua demenza, il consigliere ha poi rincarato la dose affermando che gli islamici andrebbero ammazzati a mestolate e via dicendo, lanciandosi in insulti e offese contro coloro che gli suggerivano calorosamente di vergognarsi. Potete leggere tutta la serie di cretinate tra poco. Ora vorrei però tornare un momento alla questione principale che dovrebbe emergere da questo articolo,ovvero: non si tratta di indignarsi per le affermazioni di un cretino ma per l’indifferenza che lo lascerà al suo posto, in consiglio comunale. in altre parole, ciò su cui vi invito a riflettere non è il contenuto agghiacciante delle frasi partorite da una mente sottosviluppata, ma sull’impunità di cui gode questa persona e, come lui, molte altre. Questo è il vero problema dell’Italia: certe persone possono permettersi di non sottostare alle stesse regole giuridiche sotto cui sono costretti a vivere tutti gli altri. Scommettiamo che se io fossi stata nel consiglio comunale della mia città e avessi detto che Scajol* è un maledetto mafioso (peraltro non andrei troppo distante dal vero) e l’avessi postato su qualsivoglia social network mi avrebbero denunciato e rimosso dal mio incarico con un plauso generale?! scommettiamo?! Questo significa che esistono cittadini contro cui è lecito rivolgere offese e incitare gli altri ad odiarli senza venir perseguiti e cittadini su cui non puoi azzardare ad esprimere nemmeno una parola di critica senza rischiare il c..lo In questo paese al governo possiamo avere personaggi che si permettono di essere xenofobi, razzisti, che insultano il prossimo e lo minacciano di morte senza venire toccati dalla legge in nessun modo. Quella stessa legge che invece condanna immancabilmente coloro che esprimono certe idee ,pur senza ricoprire cariche importanti, che sono politicamente in contrasto diretto con il potere costituito, che sono antifascisti ed antirazzisti. La conclusione è ovvia, non c’è giustizia e mai vi sarà se non prendiamo in mano la situazione e la stravolgiamo dal profondo, cambiandone i presupposti e tenendo alta la guardia della nostra coscienza.
Consigliere leghista di Udine choc
“La donna indiana gettata nel Po
ha inquinato il nostro fiume”
Allucinante post su Facebook di Luca Dordolo, secondo cui l’indiano che ha ucciso la moglie a Piacenza, perchè vestiva all’occidentale, non sarebbe colpevole tanto per l’omicidio, quando per “aver inquinato il sacro fiume”
UDINE. “Maledetto, inquinare così il nostro sacro fiume…” E ancora: “Vorrei vedere io se andassimo a defecare o sgozzare mucche e maiali sul Gange, cosa direbbero…”. E per concludere: “Ah già, già lo fanno…Ah beh, allora…..:o)” (testuale). Il tutto scritto e firmato sulla sua pagina Facebook (il link è qui sotto) dal consigliere comunale di Udine della Lega Luca Dordolo.
L’esponente del Carroccio (che nella stessa pagina se la prende in maniera violentissima con l’Islam, invitando a “massacrare gli islamici con mestolate sul grugno”) “giustifica” questa sua ultima uscita con la notizia che proviene da Piacenza: una donna indiana incinta è stata strangolata dal marito perchè vestiva all’occidentale, poi è stata gettata nel Po.
Secondo Dordolo il marito indiano non sarebbe tanto colpevole dell’omicidio, ma di una cosa – a suo dire – ben più grave: aver gettato il corpo della donna “nel sacro fiume” del Carroccio. Così facendo ha – secondo le tesi del consigliere leghista – “inquinato il nostro sacro fiume”.
Sotto l’allucinante post appaiono commenti in netto dissenso con Dordolo (“Si dovrebbe vergognare”, “ne riparliamo alle politiche”, “Si isoli in un convento”) e il nostro ha una risposta per tutti: inviti a fare un bagno nel Gange (il più soft), inviti all’impiccagione dell’intelocutore e qualcosa altro che preferiamo non riferire. Il tutto sempre firmato da Luca Dordolo, consigliere comunale di Udine della Lega Nord.