Scrivere è come una droga. Inizi per gioco e poi ne diventi dipendente, tanto da doverti fare una scribacchiata alla mattina ed una alla sera, aspettando sempre che sia già l’ora di riprovare quella sensazione strana di liberazione, pensando già a cosa dire nelle prossime righe in cui la fantasia mista alla realtà si materializzerà sullo schermo o sulla carta in ricami di lettere e significati spesso incomprensibili anche a chi scrive. E’ meraviglioso l’effetto che ti da questa esplosione di creatività(o almeno così la vivo io)improvvisa dopo mesi passati ad immagazzinare emozioni e sentimenti.L’aspettavo ed è arrivata, questa voglia di lasciarmi andare completamente alla mia passione per la scrittura pur sapendo di non essere all’altezza per farlo. Ma ho sbagliato in passato a farmi mangiare dalla mia insicurezza e così ,per circostanze diciamo “fortuite”(ma neanche tanto) ho rotto il ghiaccio con me stessa e mi sono buttata in questa storia d’amore…dimenticando la mia scarsa capacità dialettica, la corta memoria in campo grammaticale e la poca predisposizione per il citazionismo colto da intellettuale navigato. Ho vissuto questa settimana nella turbolenza di emozioni che credevo smarrite e lontane, dimenticate sotto la neve di un gennaio massacrante, in spiaggia una qualche sera o nel caldo di un pomeriggio trascorso in posti anonimi. Posti di cui non ricorderai niente se non il viso che ti sta accanto e cammina per te e con te. Quelle risate secche scappate in rivoli di parole dette di corsa per la voglia di sapere chi sei e cosa vuoi mi soffocano ancora. E le frasi sputate con rabbia o dolcezza aleggeranno sempre nell’assenza di tempo vissuta da chi si cerca e galleggia sul trascorrere delle ore. No. Oggi non è più un monologo. Questo “qui e ora” è diventato un dialogo perchè tu hai spezzato un’assenza che lasciava sospesa. Nello scontro con te esiste qualcosa di magico e unico che mi immobilizza nella contemplazione della tua bellezza. No. non lo so se lo sai o mai lo capirai che non posso comunque lasciarti andare. Neanche se io lo volessi davvero. Ti ho cercato, ti ho trovato ti ho perso e ritrovato milioni di volte nella mia tormentata e ridicola tendenza al tragico. Ma tu ci sei e ci sarai. Il tuo parere non è di molta importanza. Del resto, lo sai bene, non sono democratica io, se la democrazia è quella applicata in certi stati moderni, italia in primis. Su questo punto ci siamo capiti al volo e ci sono bastati pochi giorni per accorgerci che l’anomalia è un’evento da non perdere e che non potevamo ignorarci nemmeno quando la prospettiva insieme è stata quella che è stata. I miei gatti e quello spazio troppo angusto da sembrare addirittura infinito sono l’immagine di un noi che si conosceva da sempre e non sapeva niente di se stesso… Ma questa è un’altra storia…più bella, da scrivere sempre e da riscrivere fino alla nausea. Ne vale comunque la pena. Come al solito, volevo parlare di altro e rimango sempre fregata dalle assurde trame della mia mente contorta. Divagazioni su divagazioni… Pazienza, cerco di ignorarmi ma non è così semplice, lo garantisco. In realtà ciò che mi premeva dire è che oggi mi sono accorta di guardare la realtà con occhi diversi, interessati a catturare ogni piccolo dettaglio da fissare nella testa. Da quando scrivo anche per te tutto ha preso forma e le sfumature gridano forte per avere un posto in qualche pagina di questo racconto che ti stò dedicando. Tutto ciò che fisserò sulla carta diventerà la mia memoria quando non potrò più ricordare. E non sai la gioia che mi da immaginare e sapere(infondo) che sprecherai qualche minuto per me. Per cercare di capire cosa mi passa nella testa e cosa sono davvero, pur rendendoti conto che le parole sono un trucco e che i ricordi ingannano ma i silenzi e gli sguardi e l’anima che sorreggiamo stanchi non mentono mai. Cercami, Cercami ancora ed ancora e non stancarti perchè tu sei la mia linfa vitale. Tu mi hai iniettato nelle vene questa droga e il viaggio lo voglio fare pensandomi vicino a te. Per te.
ecce homo
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