… Per non dimenticare..


« […] la società nella quale ci costringete a vivere e che noi vogliamo distruggere, è tutta costruita sulla violenza: mendicare la vita per un tozzo di pane è violenza; la miseria, la fame a cui sono costretti milioni di uomini è violenza; il denaro è violenza; la guerra; e persino la paura di morire che abbiamo tutti ogni giorno, a pensarci bene, è violenza. »     Bartolomeo Vanzetti,  ucciso dallo stato il 23 agosto 1927 insieme a Nicola Sacco.

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Babel…

Si  parlava di cinema, oggi, e così mi sono rivista volentieri uno dei capolavori di Alejandro González Iñárritu: Babel,appunto,  film che lascia il segno e spinge la mente nell’oblio di pensieri che hanno il gusto amaro del reale. Come del resto non mancano di fare le  altre sue due pellicole, “Amores perros e 21 graami, che compongono, insieme a questa,  la cosiddetta trilogia sulla morte. Ci voleva davvero, in questo caldo agosto, una bella immersione nella drammaticità poetica di un’opera d’arte  per non dimenticare mai quanto sia importante spingere sempre la propria sensibilità e il bisogno di riflessione a livelli profondi evitando così di  annegare nella mediocrità del quotidiano tram tram “ferragostiano”. Alla fine del complicato intreccio che si sviluppa nel film, ti ritrovi a ragionare sull’importanza dei piccoli gesti quotidiani, sulla probabilità che ogni nostra mossa modifichi la realtà dell’universo intero. Parlando metaforicamente, si potrebbe pensare a noi come a dei bambini che ingenuamente toccano i fili di una ragnatela  in un preciso punto, per scuoterlo, ma essa comincia a vibrare  comunque tutta. Si modifica, a volte si spezza, a volte si dilata.. soprattutto vibra. Ecco. Questo nostro vivere è un nostro agitarci  incessante sulla ragnatela entro cui  siamo presi. I nostri treni mancati, le nostre parole non dette o le frasi di troppo in un dato momento, cambiano la storia intera del mondo. Di poco o di molto, ma la cambiano. “Poteva andare così e così se solo avessi fatto in tempo a fare quella determinata scelta!”. Chi non se l’è mai detto a se stesso almeno una volta?! Io me lo ripeto spesso, ma senza amarezza o malinconia. Niente rimpianti, solo la consapevolezza che la nostra esistenza e il nostro destino è una trama fatta di piccoli gesti e scelte che influiranno su altri individui. Noi, mi dico sempre, siamo responsabili di tutto ciò che accade in questo pezzo di storia che stiamo attraversando. Sia che si faccia qualcosa per cambiare volontariamente le circostanze, sia che si resti immobili e nel disinteresse più totale siamo, per citare De Andrè, “lo stesso coinvolti” anche chi si crede assolto. Questo film, Babel, ti porta esattamente a sviluppare questo tipo di ragionamento, sbattendotelo in faccia in modo brutale e crudele, ma infondo reale. Nessuno è innocente  in questa fottuta matassa   di  fili indissolubilmente intrecciati, che chiamo mondo, alla quale restiamo appesi pur dimenandoci…

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Jacques Prévert.

Pericoloso e tenero
il volto dell’amore
m’è apparso la sera
d’un lunghissimo giorno
Forse era un arciere
con l’arco
o un musicante
con l’arpa
Non so più
Non so niente
La sola cosa che so
è che mi ha ferita
forse con una freccia
forse con una canzone
La sola cosa che so
è che mi ha ferita
ferita al cuore
ferita per la vita
E brucia come brucia
la ferita dell’amore.

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Rimpianti?pochi….pochissimi (dialoghi per il tempo delle idee)

Stamattina mi merito “Raw power” degli  Stooges. Album completo, ovviamente, anche se  dedicherò ben due ascolti consecutivi  a Gimme Danger, canzone che potrebbe fare da colonna sonora alla mia estate, se non all’intera mia  vita.  So che tu capirai perfettamente a cosa mi sto riferendo. Questo gioco strano che faccio con la vita mi porta lontano dalla richiesta di linearità, conformismo e disinteresse  proposta  dalla società circostante. No, non ho niente da perdere e questa mia certezza ti porta  a dichiararmi pazza o confusa. In verità sono fermamente convinta di fare la cosa sbagliata, anche se mossa da un ideale giusto, ma  sento comunque il bisogno di proseguire su questa “cattiva strada”. Ho l’esigenza di sbatterci la faccia e, si, forse hai ragione tu nel dirmi che poi me ne pentirò, come del resto gia mi ripete  meccanicamente mio padre da qualche annetto, ma non ti voglio ascoltare pur sapendo che probabilmente sei nel giusto. Libero e sacro arbitrio!. Sai, a 17 anni  Papà mi condannò al mio primo grande rimpianto: quel luglio, avrei dovuto e voluto esserci anch’io ma mi fu negato e  la fuga era impensabile in quel periodo. Priva di complici, rinchiusa in un paesino dimenticato dal buon senso e costruito intorno all’ignoranza sarebbe stato (ed è ancora)  impossibile  raggiungere la stazione di Soresina a loro insaputa per andare a fare la mia parte. Così, mi segui uno dei pezzi di storia più importanti degli ultimi 15 anni dal salotto di casa, con il magone e un senso di disgusto misto a rabbia. Ciò che successe cambiò la mia vita radicalmente. L’ingiustizia che riuscii comunque a cogliere nonostante l’informazione manipolata dei TG rafforzò la convinzione che è   palese l’ insensatezza dello stato in cui viviamo… Qualcuno era comunista per eredità quando scoppiò il colpo in quel  luglio caldo e disarmante, un colpo che frantumò  infantili ideali e  accese la nuova rabbia che guidò la mia vita negli anni dopo. No, non lo conoscevo ma lui è anche me e tutti quelli che furono la o che avrebbero voluto esserci.  Potevo essere io….lui posso ancora essere io. Questa conclusione allontanò negli anni dopo il perdono e rafforzò la richiesta di vendetta. Cresci, scappi dal paesino-prigione e scopri che a tanti altri giovani tocco la stessa sua sorte e li senti parte della tua famiglia. Nasce allora  una sorta di comunione silenziosa, pervasa dalle idee che ci fanno ritrovare tutti negli stessi posti, negli stessi “spezzoni”con l’identica voglia di non dimenticare. C’ è  quell’esclusiva consapevolezza tutta nostra che questa società non ha senso,  è fondata sull’ingiustizia e quindi deve essere contrastata con ogni mezzo, senza fare sconti, anche rinunciando al successo personale o all’amore. Stò scappando  da tutto quello che abbiamo e avremmo potuto avere perchè se ami qualcuno vuoi solo il suo bene e cerchi di non coinvolgerlo in situazioni difficili. L’individualismo non è solitudine ma è portare dentro di se la moltitudine, la totalità che esce da ogni uomo, in quanto unico e irripetibile,  come un  solo ed unico punto di vista particolare . Potrei continuare parlandoti delle monadi di Leibniz…ma probabilmente non mi ascolteresti seriamente. So che la mia “filosofia” ti annoia… anche se fai finta che ti piaccia solo perchè mi ami. Perdonami solo se sarò sempre un po’ sfuggente ma sono troppo libera perchè schiava delle mie idee.

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