Leggo e diffondo

Grazie a Giulien per avermi girato questo volantino. Lo pubblico subito.

 

UNA GIORNATA QUALUNQUE……….

Mario Brambilla esce di casa; saluta la moglie e i figli e si avvia verso il Tribunale. Ci lavora da 20 anni, fa il cancelliere. In metropolitana legge il suo quotidiano, “Libero”, perché lui vuole una informazione libera. Le solite notizie: crisi, spread, disoccupazione…. Lui sta tranquillo, ha un lavoro sicuro. Operai, studenti, No Tav fanno casino nelle piazze. Chissà perché? Pensa Brambilla. Il suo vicino legge un giornale che titola “Vola il prezzo degli F35”. Chissà cosa sono? Gli U2? No, quello era un gruppo musicale.

Poi ricorda: sono gli aerei che difendono i nostri sacri confini ed esportano la nostra democrazia. Ci costeranno 15 miliardi di euro. Ne vale la pena, pensa Brambilla. Scende a S. Babila, va al Taveggia come sempre da 20 anni e beve il caffè.

In quel momento a Gaza, Khaled sta pescando a due miglia dalla costa. E’ stato fuori tutta la notte ma ha pescato poco. L’acqua è inquinata perché gli ultimi bombardamenti hanno distrutto anche le fogne. Vorrebbe andare più al largo ma le motovedette israeliane glielo impedirebbero. A proposito,  eccone una. Ma che vuole? E’ a due miglia. Potrebbe andare sino a 12 per il diritto internazionale, sino a tre per gli stessi israeliani Gli urlano al megafono di tornare a riva. Ma perché? Non ha pescato abbastanza per sfamare la moglie e i cinque figli. Erano 7 i figli ma due sono morti a Dicembre del 2008 sotto le bombe di “Piombo fuso”. Lì hanno fatto le cose in grande gli israeliani: 1400 gli ammazzati di cui quasi 400 bambini, in pochi giorni. Anche lui da allora spesso si sente male; i medici gli hanno detto che sul terreno sono rimaste sostanze chimiche tossiche. Poi gli israeliani hanno ripreso con gli ammazzati di routine quotidiana, quelli di cui nessuno sa e non fanno clamore. Senza quell’italiano, Vittorio Arrigoni, forse neppure la mattanza del 2008/9 avrebbe fatto clamore. Ma che vogliono ora da lui questi della motovedetta? In ebraico moderno che lui un po’ ha dovuto imparare durante gli anni di prigione (non una accusa, prelevato da casa e scarcerato tre anni dopo) gli gridano addosso. Lui sta fermo. Parte una raffica. Le reti si sporcano di sangue ma non è quello dei pesci, è di Khaled. Lo attenderanno inutilmente a casa quella sera.

Brambilla a mezzogiorno scende al bar di via Manara a mangiare un tramezzino. Si siede fuori, è una bella giornata. Anche a Gaza è una bella giornata. Dirar e Khader vanno in moto al lavoro. Sono giovani, sono nati lì, non sono mai potuti uscire da quella striscia di terra. Sono fortunati perché hanno trovato un lavoretto in una officina. A Gaza la disoccupazione sfiora l’80%. Loro recuperano il ferro e lo lavorano. Gli israeliani pensano che costruiscono razzi Kassam. Loro, invece, fabbricano attrezzi da lavoro. Sono amici, non hanno perso la speranza in una vita normale. Un drone passa sopra di loro, sgancia un missile che li colpisce in pieno. Brandelli di corpo ovunque, sangue, due kefie… Da un’auto vicina esce una ragazza ferita. E’ Amal, una studentessa di 18 anni. Si accascia a terra. La chiameranno vittima collaterale.

E’ sera. Brambilla è a casa. Guarda un telegiornale. Crisi, spread, disoccupazione. Poi finalmente una bella notizia: Fazio presenterà il festival di San Remo. E’ contento Brambilla. Gli piace quel giovanotto dalla faccia buona.

Nessuna notizia su Gaza.

Il giorno dopo al Taveggia legge Libero; nessuna notizia su Gaza. Neppure sugli altri giornali. Neppure le radio. Neppure quella di sinistra, come si chiama? Radiopopolare… Eppure ogni giorno c’è chi gli fa arrivare i bollettini di strage.

Un gruppo di persone distribuisce un volantino che denuncia la strage quotidiana a Gaza.

Gaza, dove sarà mai si chiede Brambilla sorseggiando il suo caffè.

Ugo G. per BDS Milano

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mama’s little boy!

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Album: Mama
Released: 1982

Rob Wright: bass, vocals, guitars
John Wright: drums, vocals, keyboard, bells, percussion

Come the night, come the night
All the man want to fuss and tight
But not me, not me
‘Cause that’s not what i want to be
‘Cause I’m Mama’s little boy

Mam tells me everything she sees
Well it may scare you but it don’t scare me
Cause I’m Mama’s little boy
I like what i want to see

All day long she watches her dancing sons
Come the night she picks the talles one
But I’m Mama’s little boy
I’ve nothing to hide

All the Gods, the Gods of the sun
They’re just bastards sons
Daddy, Daddy, come and see
The onslaught of insanity
Cause I’m Mama’s little boy
And I’m mad

There’s a place where I want to be
And it’s dark there, there’s nothing to see
And you’re alone, there’s nothing you can do
Something’s coming, something’s coming to you
You are- you don’t know where you are
You are- you don’t know who you are
You are- you don’t know what you are
You are helpless, you are helpless
That’s where I want to be, there’s where I want to be
‘Cause I’m Mama’s little boy
I feel, I can feel
Joy

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Pablo neruda.

¿QUIÉN MUERE?

Muere lentamente quien se transforma en esclavo del hábito,
repitiendo todos los días los mismos trayectos,
quien no cambia de marca,
no arriesga vestir un color nuevo
y no le habla a quien no conoce.
Muere lentamente quien hace de la televisión su gurú.
Muere lentamente quien evita una pasión,
quien prefiere el negro sobre blanco
y los puntos sobre las “íes” a un remolino de emociones,
justamente las que rescatan el brillo de los ojos,sonrisas de los
bostezos, corazones a los tropiezos y sentimientos.
Muere lentamente quien no voltea la mesa cuando está infeliz en el
trabajo,
quien no arriesga lo cierto por lo incierto para ir detrás de un sueño,
quien no se permite por lo menos una vez en la vida,
huir de los consejos sensatos.
Muere lentamente quien no viaja, quien no lee, quien no oye música,
quien no encuentra gracia en si mismo.
Muere lentamente quien destruye su amor propio, quien no se deja
ayudar.
Muere lentamente, quien pasa los días
quejándose de su mala suerte o de la lluvia incesante.
Muere lentamente, quien abandona un proyecto antes de iniciarlo,
no preguntando de un asunto que desconoce
o no respondiendo cuando le indagan sobre algo que sabe.
Evitemos la muerte en suaves cuotas, recordando siempre que estar vivo
exige un esfuerzo mucho mayor que el simple hecho de respirar.
Solamente la ardiente paciencia hará
que conquistemos una espléndida felicidad.

Chi muore?

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
avanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi e’ infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati.
entamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia
aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non
risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere
vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto
di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicità.

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E’il momento di ringraziare M.: ( ma non il mostro di dusseldorf)

Siamo ai ringraziamenti  per la collaborazione nella stesura  di questo blog.  Ma lasciate pure da parte lo stupore, cari  numerosissimi lettori perchè , tranquilli, non stò per chiudere lo spazio o concludere la mia attività qui (se mai ho iniziato qualcosa e se sarà mai possibile finirla!). Dovrebbe infatti  esservi ormai chiaro che a casa mia non vige il comune senso logico  con cui sarebbe opportuno svolgere un compito. Ve lo scrissi più e più volte e  discutemmo anche spesso virtualmente (o celebralmente) della mia completa incapacità di organizzare  ordinatamente la trama di qual si voglia cosa e della mia deficienza nel pianificare in senso logico-temporale la struttura di questo blog. Dunque,abbiate pazienza,  beccatevi i ringraziamenti prima del titolo! ( del resto, sappiate che sto facendo la stessa cosa con la tesi di laurea…quindi non lamentatevi!) Bene. Bando alle ciance e passiamo a cose più serie: i ringraziamenti appunto. Siccome avrei almeno un 5 o 6 persone a cui dedicare un omaggio, pensavo di procedere focalizzando l’attenzione su una persona per articolo(o per un breve insieme di righe). Tutto chiaro?. Semplice no! Ottimo, siamo come sempre daccordo…                            Partirei quindi con M. V., di anni circa 50, residente “more or less” in quel di L, ameno rifugium peccatorum della riviera ligure di ponente. ( Ovviamente, il titolo di miglior posto per disadattati sociali lo merita  incontestabilmente  Gazzelli, sempre a ponente…) M. V. è noto ai più per la sua pluriennale attività in campo artistico-letterario-teatrale-musicale volta alla promozione di un concetto politicamente ed antropologicamente lodevole  di libertà. Di recentè si è costituito anche come fondatore-responsabile-finanziatore della migliore biblioteca “anarchica ” presente sul territorio di ponente ed anzi, oserei dire, anche ligure. In parole povere , il suddetto è un gran bravo ragazzo ed è una persona che spicca per sensibilità, onestà intellettuale e coerenza all’interno di questa accozzaglia informe che è la scena (antagonista?) imperiese. Oltre al  piacere di poterlo annoverare tra i miei amici, V., ha tutt’ora un ruolo molto importante nella stesura di questo blog: Innanzitutto fu lui, circa un anno fa,a parlarmi di noblog ecc.. Quindi ,dopo che aprii lo spazio,  fu sempre  lui ad essere il mio primo lettore ed  ad aver  resistito,nel leggermi, fino ad oggi   (ma credo che con questo pezzo lo perderò) . Solo per queste brevi note, merita il ringraziamento piu sentito. Tuttavia M.V non si limitò ad avermi istradato verso la creazione di questo blog, bensì contribuì alla produzione di articoli fornendomi gli stimoli giusti, nati molte volte dalle  cadenzate discussioni  che teniamo di persona  davanti ad una piacevole tazza di the. Conversazioni solo apparentemente quasi insensate, in realtà molto interessanti, spesso degeneranti in  monologhi  miei o di riccardo(avremo modo di discutere anche di questo splendido individuo) in cui V. è costretto ad un’immobile espressione di perplessità. Giustificata direi, visto i soggetti in questione.  Sta di fatto, cari amici, che da queste chiacchierate pomeridiane nasce sempre uno spunto nuovo per scrivere. Particolarmente speciale per me è il momento in cui chiedo a V. cosa ne pensa delle ultime cose che ho scritto. Dovete sapere che Il signor M. V. non si lesina certo nell’esprimere le sue perplessità riguardo a qualche cosa di cui gli viene  chiesta l’opinione e questo gli è costato a volte l’appellativo  di criticone ma  nonostante ciò,  quando ricevo una critica da lui(e ne ricevo sempre) non mi lascia mai sensazioni negative e  si rivela sempre qualcosa di costruttivo, di utile… Ben venga la critica e il confronto, signori, ed anche lo scontro se serve, con rispetto ovvio,  perchè altrimenti si rischierebbe di circondarsi solo di persone compiacenti, probabilmente non obbiettive e un poco fasulle. Non è il mio caso grazie a-dio (po–). Almeno in questo aspetto posso dire di avere accanto esseri speciali. Bene, cari lettori, io mi fermerei qui e concluderei il post per  uscire all’aperto, visto che è il “finesettimana”… Spero solo di avervi reso un’immagine di V. M. tale da suscitare in voi la voglia di conoscerlo. E per finire  Ringrazio ancora V. per l’amicizia, la stima e l’affetto e la pazienza che ci ha dimostrato in questi anni…almeno fino ad ora. Vi saluto lettori carissimi e vi garantisco che presto o tardi  vi parlerò degli altri individui corresponsabili del mio successo…

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