Babel…

Si  parlava di cinema, oggi, e così mi sono rivista volentieri uno dei capolavori di Alejandro González Iñárritu: Babel,appunto,  film che lascia il segno e spinge la mente nell’oblio di pensieri che hanno il gusto amaro del reale. Come del resto non mancano di fare le  altre sue due pellicole, “Amores perros e 21 graami, che compongono, insieme a questa,  la cosiddetta trilogia sulla morte. Ci voleva davvero, in questo caldo agosto, una bella immersione nella drammaticità poetica di un’opera d’arte  per non dimenticare mai quanto sia importante spingere sempre la propria sensibilità e il bisogno di riflessione a livelli profondi evitando così di  annegare nella mediocrità del quotidiano tram tram “ferragostiano”. Alla fine del complicato intreccio che si sviluppa nel film, ti ritrovi a ragionare sull’importanza dei piccoli gesti quotidiani, sulla probabilità che ogni nostra mossa modifichi la realtà dell’universo intero. Parlando metaforicamente, si potrebbe pensare a noi come a dei bambini che ingenuamente toccano i fili di una ragnatela  in un preciso punto, per scuoterlo, ma essa comincia a vibrare  comunque tutta. Si modifica, a volte si spezza, a volte si dilata.. soprattutto vibra. Ecco. Questo nostro vivere è un nostro agitarci  incessante sulla ragnatela entro cui  siamo presi. I nostri treni mancati, le nostre parole non dette o le frasi di troppo in un dato momento, cambiano la storia intera del mondo. Di poco o di molto, ma la cambiano. “Poteva andare così e così se solo avessi fatto in tempo a fare quella determinata scelta!”. Chi non se l’è mai detto a se stesso almeno una volta?! Io me lo ripeto spesso, ma senza amarezza o malinconia. Niente rimpianti, solo la consapevolezza che la nostra esistenza e il nostro destino è una trama fatta di piccoli gesti e scelte che influiranno su altri individui. Noi, mi dico sempre, siamo responsabili di tutto ciò che accade in questo pezzo di storia che stiamo attraversando. Sia che si faccia qualcosa per cambiare volontariamente le circostanze, sia che si resti immobili e nel disinteresse più totale siamo, per citare De Andrè, “lo stesso coinvolti” anche chi si crede assolto. Questo film, Babel, ti porta esattamente a sviluppare questo tipo di ragionamento, sbattendotelo in faccia in modo brutale e crudele, ma infondo reale. Nessuno è innocente  in questa fottuta matassa   di  fili indissolubilmente intrecciati, che chiamo mondo, alla quale restiamo appesi pur dimenandoci…

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