Rimpianti?pochi….pochissimi (dialoghi per il tempo delle idee)

Stamattina mi merito “Raw power” degli  Stooges. Album completo, ovviamente, anche se  dedicherò ben due ascolti consecutivi  a Gimme Danger, canzone che potrebbe fare da colonna sonora alla mia estate, se non all’intera mia  vita.  So che tu capirai perfettamente a cosa mi sto riferendo. Questo gioco strano che faccio con la vita mi porta lontano dalla richiesta di linearità, conformismo e disinteresse  proposta  dalla società circostante. No, non ho niente da perdere e questa mia certezza ti porta  a dichiararmi pazza o confusa. In verità sono fermamente convinta di fare la cosa sbagliata, anche se mossa da un ideale giusto, ma  sento comunque il bisogno di proseguire su questa “cattiva strada”. Ho l’esigenza di sbatterci la faccia e, si, forse hai ragione tu nel dirmi che poi me ne pentirò, come del resto gia mi ripete  meccanicamente mio padre da qualche annetto, ma non ti voglio ascoltare pur sapendo che probabilmente sei nel giusto. Libero e sacro arbitrio!. Sai, a 17 anni  Papà mi condannò al mio primo grande rimpianto: quel luglio, avrei dovuto e voluto esserci anch’io ma mi fu negato e  la fuga era impensabile in quel periodo. Priva di complici, rinchiusa in un paesino dimenticato dal buon senso e costruito intorno all’ignoranza sarebbe stato (ed è ancora)  impossibile  raggiungere la stazione di Soresina a loro insaputa per andare a fare la mia parte. Così, mi segui uno dei pezzi di storia più importanti degli ultimi 15 anni dal salotto di casa, con il magone e un senso di disgusto misto a rabbia. Ciò che successe cambiò la mia vita radicalmente. L’ingiustizia che riuscii comunque a cogliere nonostante l’informazione manipolata dei TG rafforzò la convinzione che è   palese l’ insensatezza dello stato in cui viviamo… Qualcuno era comunista per eredità quando scoppiò il colpo in quel  luglio caldo e disarmante, un colpo che frantumò  infantili ideali e  accese la nuova rabbia che guidò la mia vita negli anni dopo. No, non lo conoscevo ma lui è anche me e tutti quelli che furono la o che avrebbero voluto esserci.  Potevo essere io….lui posso ancora essere io. Questa conclusione allontanò negli anni dopo il perdono e rafforzò la richiesta di vendetta. Cresci, scappi dal paesino-prigione e scopri che a tanti altri giovani tocco la stessa sua sorte e li senti parte della tua famiglia. Nasce allora  una sorta di comunione silenziosa, pervasa dalle idee che ci fanno ritrovare tutti negli stessi posti, negli stessi “spezzoni”con l’identica voglia di non dimenticare. C’ è  quell’esclusiva consapevolezza tutta nostra che questa società non ha senso,  è fondata sull’ingiustizia e quindi deve essere contrastata con ogni mezzo, senza fare sconti, anche rinunciando al successo personale o all’amore. Stò scappando  da tutto quello che abbiamo e avremmo potuto avere perchè se ami qualcuno vuoi solo il suo bene e cerchi di non coinvolgerlo in situazioni difficili. L’individualismo non è solitudine ma è portare dentro di se la moltitudine, la totalità che esce da ogni uomo, in quanto unico e irripetibile,  come un  solo ed unico punto di vista particolare . Potrei continuare parlandoti delle monadi di Leibniz…ma probabilmente non mi ascolteresti seriamente. So che la mia “filosofia” ti annoia… anche se fai finta che ti piaccia solo perchè mi ami. Perdonami solo se sarò sempre un po’ sfuggente ma sono troppo libera perchè schiava delle mie idee.

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